part I
Letters from the darkroom
Aug 2010
In august 2010 I closed myself in a darkroom to print postcards for the people I love and care about or to whom I would like to say something specific.
Behind this postcards I wrote a little text for each of them; mostly declaration of love, friendship, sadness, where I was and what I was doing. And in the end put the stamp on and send them away.
Time passed when it was clear to me that it was the best project I had, with one problem, it was not in my hands.
Since I didn’t had the work with me anymore, I had to find the way to gather my work at one place at the same time so I decided to invite all the people who recived a postcard 2 years before to bring them and everyone else who wanted to come to see the work.
To see this postcards they would have to talk to each other, investigate who around has got one.
Postcards it is not a masterpiece, it is just an excuse to make people talk to each other there is no artist nothing hanging on the walls just a sistem of relationship.
Il pubblico, non cerco il successo, ma amo la sua gioia, amo quegli spettacoli che non siano delle “opere d’arte” ma delle feste, degli avvenimenti, delle espolosioni…
sì, festa, la parola è giusta, il mio lavoro è organizzare delle feste, e ne abbiamo talmente bisogno in un mondo dove
il piacere continuo e pilotato (diarrea audiovisiva) ha ucciso la festa eccezionale.
Maurice Béjart
part II
l’appuntamento (2011-2012)
the date
at riss(e), Varese, 21 luglio 2012
Penso che gli esseri umani siano dei crocevia
viventi, e che l’arte e gli artisti si occupino di questo
aspetto della vita, di mettere in relazione; per questo penso che il
lavoro che fai sabato sia enorme, e che sia una grande
responsabilità farsi carico di essere un crocevia, che è la
cifra (adesso si può dire) dell’arte, ma senza pareti, senza quel
salvagente, quell’utero che può essere un palcoscenico o, come dici tu, una
cornice o la copertina di un libro,
che spesso creano distanza.
Liber Dorizzi